A cura di Valentina Maggio
Educatrice Cinofila FISC e CSEN
Quando un cucciolo inizia a mangiare le proprie feci – o quelle di altri animali – la reazione istintiva di molti proprietari è il disgusto o la preoccupazione. Eppure, in tenera età, questo comportamento può essere del tutto normale. Per comprendere quando la coprofagia rappresenta una fase passeggera e quando invece richiede attenzione, è utile conoscere a fondo le sue cause e i giusti approcci educativi.
Un comportamento fisiologico nei primi mesi di vita
La coprofagia nei cuccioli, ovvero l’ingestione di feci, è un fenomeno comune e in molti casi fisiologico. Questo comportamento, spesso temporaneo, viene osservato soprattutto durante le prime settimane di vita. Le madri, per istinto, ingeriscono le deiezioni dei propri piccoli per tenere pulito l’ambiente e stimolare i cuccioli alla minzione e defecazione. I piccoli, a loro volta, possono imparare a imitare la madre e iniziare a mangiare le proprie feci o quelle dei fratelli.
In questi casi, non si tratta di un segnale patologico, ma di una fase esplorativa del comportamento del cucciolo. I cani piccoli, infatti, utilizzano il gusto e l’olfatto per conoscere il mondo, e le feci – presenti nel loro ambiente – possono rappresentare per loro un oggetto di curiosità.
Quando preoccuparsi?
Il comportamento coprofago nei cuccioli tende a scomparire spontaneamente con la crescita, soprattutto se accompagnato da una corretta educazione e da un ambiente sano e stimolante. Tuttavia, in alcuni casi, la coprofagia può persistere oltre i primi mesi o manifestarsi in modo più marcato. Questo può accadere per varie ragioni:
- Ambiente povero di stimoli: Un cucciolo lasciato spesso solo o che vive in un contesto monotono può trovare nelle feci un modo per attirare attenzione o semplicemente “giocare”.
- Gestione errata della pulizia: Raccogliere le feci davanti al cucciolo in modo concitato o rimproverarlo può rendere l’atto stesso un evento rilevante, alimentando l’interesse per le deiezioni.
- Apprendimento sbagliato: Tecniche punitive, come il mettere il muso del cucciolo nei suoi escrementi, non solo sono inutili, ma possono peggiorare la situazione, rendendo il cucciolo più insicuro e portandolo a nascondere o mangiare le feci per evitare la punizione.
Come affrontare la coprofagia nei cuccioli
Se il tuo cucciolo mostra comportamenti coprofagi, ecco alcuni suggerimenti pratici per gestire la situazione senza allarmismi:
- Non punirlo: Evita reazioni brusche o punitive. Il cucciolo deve sentirsi sicuro per apprendere correttamente, non temere il proprietario.
- Pulisci con discrezione: Raccogli le feci in modo tranquillo e possibilmente quando il cucciolo non sta osservando.
- Stimolalo mentalmente e fisicamente: Inserisci nella sua routine momenti di gioco, esplorazione e interazione. La noia è una delle cause più frequenti di coprofagia.
- Premialo quando ignora le feci: Se noti che passa oltre senza interessarsi agli escrementi, premialo con un bocconcino o una carezza. Il rinforzo positivo è uno strumento potente nell’educazione dei cuccioli.
- Insegna il comando “lascia”: È uno dei comandi base più utili, non solo contro la coprofagia ma anche per la sicurezza generale del cucciolo.
Quando serve il supporto del veterinario
Sebbene nei cuccioli la coprofagia sia generalmente benigna, è sempre utile confrontarsi con il veterinario per escludere eventuali problematiche organiche, come disturbi gastrointestinali o parassitosi intestinali. Attraverso un esame delle feci e una visita generale, sarà possibile avere un quadro più preciso della situazione.
In alcuni casi, il medico veterinario può consigliare l’uso di sostanze dissuasive da aggiungere al cibo (che rendono le feci sgradevoli all’olfatto o al gusto del cane) oppure integratori specifici, ma queste soluzioni vanno valutate solo dopo aver escluso problemi di salute e corretto eventuali errori educativi.
In conclusione
La coprofagia nei cuccioli è, nella maggior parte dei casi, una fase transitoria e fisiologica. Con pazienza, attenzione all’ambiente in cui cresce il cucciolo, una corretta educazione e un confronto con il veterinario quando necessario, questo comportamento tende a risolversi spontaneamente senza lasciare strascichi. La chiave sta nel comprendere il perché prima di intervenire: ogni cucciolo ha i suoi tempi e il suo modo di esplorare il mondo.