Anchilostomi, come eliminare questi parassiti intestinali?

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A cura del Veterinario
Dr. Giuseppe Faranda
@drbepsvet

Chi l’ha detto che i vermi non possano avere dei “poteri speciali”?

I protagonisti di questo nuovo articolo riescono a passare “i muri” proprio come molti supereroi o, per gli amanti del gotico, come molti fantasmi.

Leggete insieme a me queste poche righe per scoprire di cosa sto parlando!


Gli anchilostomi nel cane: le caratteristiche di questo verme intestinale

Gli anchilostomi vengono anche chiamati “Vermi a Uncino” (hook worms) perché sono ripiegati su loro stessi, ricordandone la forma.Visti al microscopio, sembrano proprio dei feroci esserini: hanno una bocca munita di 3 paia di denti con i quali si ancorano alla mucosa del duodeno e la incidono, attuando dei movimenti rotatori, per creare una piccola emorragia da cui si nutrono. Sono vermi intestinali ematofagi: si cibano di sangue.

Rispetto agli ascaridi sono molto più piccoli: le femmine misurano 1,5 cm.

Come può un cane infettarsi con gli anchilostomi? Le cause

Localizzandosi a livello intestinale, le loro uova vengono eliminate per via fecale e, una volta liberate nell’ambiente, se trovano delle condizioni ambientali favorevoli (temperatura > di 15 ˚C e un alto tasso di umidità) schiudono liberando una larva che è la responsabile dell’infestazione del cane sfortunato.

Una volta fuoriuscita dal suo uovo che la proteggeva, la larva deve trovare immediatamente un ospite perché è in grado di sopravvivere solo poche settimane nell’ambiente. Le zone che predilige per restare in attesa del passaggio di un malcapitato, infatti, corrispondono a luoghi umidi e bui come il sottobosco, le tane o i canili, ben al riparo dal calore e dalla luce solare diretta (non tollera assolutamente le alte temperature).

Ma come riescono gli anchilostomi a entrare nel corpo di un cane?

Gli anchilostomi hanno una via d’entrata decisamente particolare rispetto agli altri parassiti di cui abbiamo parlato fino a ora.

Le larve, infatti, hanno la capacità di penetrare nel corpo dell’ospite tramite via percutanea (il muro di cui vi parlavo). Grazie a un enzima, la jaluronidasi, riescono a farsi strada attraverso la pelle del malcapitato, arrivare ai capillari sanguinei e ripetere lo stesso ciclo descritto per gli ascaridi: cuore-polmoni-trachea-faringe (dove vengono deglutiti) e infine duodeno, dove restano ancorati, si nutrono e si riproducono.

Se non volete andare a leggere l’articolo precedente, provo a riassumerlo in poche parole.

Prima, però, condivido con voi un’idea che mi sono fatto di questi parassiti: tra la repellenza alla luce, la predilezione di zone buie, la bocca dentata per trafiggere la mucosa, la loro dieta esclusivamente ematofaga…non vi ricordano dei Vampiri!? (ok… ora ritorniamo seri!)

Il ciclo biologico dell’anchilostoma nel cane

Infezione attraverso la pelle:

La larva che arriva a livello intestinale penetra la parete e arriva all’interno dei capillari che irrorano l’organo inserendosi nel torrente ematico e approdando nel cuore destro, dove vengono veicolati  a livello polmonare. Con dei colpetti di tosse risalgono a livello tracheale e poi faringeo, per poi essere deglutiti e ritornare nell’intestino dove si stabiliranno e inizieranno la loro vita da adulti!

Infezione per via orale:

Ovviamente rimane valida anche la via orale: i cani possono ingerire le larve, che arrivano direttamente a destinazione a livello intestinale.

Infezione mediante l’allattamento:

E la via galattogena, ossia l’allatamento? Certo, non poteva mancare! Tramite il loro viaggio nel torrente circolatorio, si localizzano anche a livello mammario e, al momento della lattazione, quando le difese immunitarie della madre si abbassano per via del cambiamento ormonale, si risvegliano dal loro stato di quiescenza per passare ai cuccioli tramite il latte.

Sapete cosa s’intende per “stato di quiescenza”?

È una caratteristica di adattamento di molti parassiti: trovano un luogo dove potersi nascondere e bloccare il loro ciclo vitale (una sorta d’ibernazione, direi) fino a quando non si presenteranno le condiziono favorevoli al loro risveglio e sviluppo!

Sintomi e pericoli di un’anchilostomiasi nel cane

Nutrendosi di sangue, come dei piccoli vampiri appunto, la loro azione è prevalentemente di tipo anemizzante.

Negli adulti, bassi livelli d’infestazione sono ben tollerati (sempre grazie al loro sistema immunitario maturo e performante!)

Grandi cariche parassitarie, al contrario, provocano diarrea con sangue, spesso nerastro perché derivante dai primi tratti intestinali (“digerito”) e grave anemia.

I sintomi legati all’azione privativa dell’anchilostomiasi possono essere di due tipi:

  • Fase acuta: spesso tipico dei cuccioli che muoiono entro le prime 3 settimane di vita e mai da soli: muore l’intera cucciolata.
  • Infezione cronica: anemia protratta nel tempo che da segni di scarso accrescimento, fatica, diarrea alternata a stipsi e altri sintomi aspecifici dovuti alla mancanza di sangue.

Nei cani con sospetta parassitosi da anchilostomi, inoltre, a livello dei cuscinetti plantari e della zona del ventre (zone predilette per l’ingresso della larva per via percutanea), si possono riscontrare dermatiti.

L’infestazione è molto più frequente nei cani giovani o in soggetti che non hanno mai avuto un contatto con questi vermi, perché per fortuna, in seguito al primo contatto, il corpo del cane riesce a sviluppare un certo grado di protezione immunitaria.

E il rischio per noi esseri umani?

La via di penetrazione prediletta per quanto riguarda l’uomo è quella percutanea. Spesso, i soggetti che camminano a piedi nudi sono i più a rischio. Tranquilli… non è poi così frequente: io appartengo a quella categoria, ma per fortuna, finora, non ho mai avuto problemi!

Anche in questo caso si tratta di una zoonosi minore.

I sintomi nell’umano? Dermatite localizzata al punto d’ingresso con papule rossastre e pruriginose. In alcuni casi possono dare problemi intestinali, provocando un’enterite eosinofilica.

Ecco, così conoscete anche i piccoli “vampiri invisibili”.

Lo so che, per molti, sono argomenti disgustosi e raccapriccianti, ma in fondo, pensate a quanto sia astuta la natura!

Come sempre, la conoscenza è la prima alleata per una corretta prevenzione!

Ricordatevi sempre di avere, dalla vostra, un’insostituibile arma di difesa: il veterinario di fiducia.

Non esitate mai a discutere con il medico del vostro cane su quale sia il miglior protocollo di difesa e prevenzione.

Al prossimo articolo.

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