Echinococcosi cane: come si prende e come si cura

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Estate, tempo di viaggi: finalmente molti più proprietari possono partire con il proprio cane in vacanza, sia in Italia che oltre i confini nazionali.

Iniziamo con una domanda per coloro che vanno in vacanza fuori dal territorio italiano. Oltre a essere muniti, ovviamente, di vaccinazione antirabbica e passaporto, alcuni paesi (come l’Inghilterra) richiedono, per i cani, anche un trattamento vermifugo almeno 48 ore prima della partenza (e non più tardi di 5 giorni prima). Perché? Il principale responsabile è l’echinococcosi causata da Echinococcus granulosus.


Chi è l’Echinococcus granulosus e perché è pericoloso per il cane e l’uomo

Si tratta di un verme piatto, un cestode, che può essere trasmesso anche all’uomo provocando gravi problemi di salute. È, in effetti, una zoonosi maggiore e molti Paesi Europei (e non solo) cercano, tramite il Regolamento Veterinario, di tutelarsi e proteggersi dall’ingresso di soggetti portatori che possano diffondere il parassita. Alcune Nazioni, come l’Islanda, sono riuscite a debellare il problema, ma purtroppo non sono così numerosi i Paesi che osservano lo stesso alto standard.

L’Echinococcus granulosus è un parassita di soli 5-7 mm di lunghezza, che resta appeso alla parete intestinale del cane grazie alle quattro ventose presenti sulla sua testa, chiamata scolice. Ha un corpo segmentato in diverse parti, chiamate proglottidi, di cui solo l’ultima è la più matura e si distacca per essere eliminata dall’ospite tramite le feci. L’eliminazione di questa “bomba ad orologeria” avviene indicativamente ogni 2 settimane. Al suo interno sono contenute diverse uova, le oncosfere o embriosfere, che custodiscono al loro interno un piccolo embrione munito di sei uncini.

Le uova di E. granulosus possiedono un’elevatissima resistenza ambientale (grosso problema per noi umani) e possono restare vitali fino a un anno.

Chi colpisce l’echinococcosi e perché

L’ospite definitivo a cui mira l’E. granulosus è il cane, mentre gli ospiti intermedi (dove alberga di passaggio, in attesa di arrivare al suo obiettivo) sono gli ungulati domestici e selvatici, come le pecore.

Il cestode, una volta presente all’interno dell’ovino, si localizza preferibilmente a livello epatico e polmonare, formando delle cisti chiamate cisti idatidee. Solitamente hanno una dimensione di 2-10 cm, ma possono crescere di 2 cm ogni semestre e raggiungere volumi decisamente notevoli. Al loro interno sono contenute alcune larve, pronte a colonizzare nuovi ospiti, protette da una resistente membrana e da un liquido in cui si ritrovano immerse (liquido idatideo).

Soprattutto nelle realtà ruralii cani che vengono nutriti con frattaglie di ovini e carcasse si infestano e danno adito all’inizio del ciclo definitivo del parassita.

L’Uomo si infesta con Echinococcus granulosus ingerendo le uova dall’ambiente circostante. Come dicevamo all’inizio, il cane portatore, ogni 15 giorni circa, elimina una proglottide gravida (così definita) che una volta espulsa disperde, indirettamente, le uova nell’ambiente (prati o altre superfici) grazie all’azione degli insetti coprofagi e del calpestio. 

Ovviamente risulterà immediato comprendere, per coloro che stanno seguendo il discorso, che gli erbivori interessati in questo ciclo s’infestano a loro volta nutrendosi del manto erboso.

Echinococcosi: come avviene il contagio da cane a uomo

Ma la zoonosi in che modo avviene e che problemi comporta?

La trasmissione dell’Echinococcus granulosus all’uomo può avvenire in diversi modi:

      • Tramite l’ingestione di verdure non ben lavate e disinfettate;

      • Tramite l’assunzione accidentale di uova di Echinococcus granulosus presenti sul pelo dell’animale contaminato dalle feci (ecco l’importanza di lavarsi sempre bene le mani).

    Tutte queste situazioni possono renderci ospiti intermedi del parassita, proprio come le pecore.

    L’Echinococcus granulosus è uno dei parassiti interni più “famosi”, e la sua fama viene da una citazione nella serie televisiva Dr.House.
    Chi ha seguito la serie TV ricorderà ancora l’esempio di un paziente curato dal cinico dottore, che presentava un’enorme cisti idatidea all’interno della scatola cranica. Ecco che le sedi di localizzazione delle cisti idatidee non sono solo a livello epatico e polmonare, ma anche a livello cerebrale e osseo (oltre ad altre localizzazioni accidentali). I problemi sono legati alla presenza di una lesione occupante spazio che comprime i tessuti e alla possibilità che quest’ultima possa rompersi causando la fuoriuscita del liquido idatideo che ha un forte potere allergizzante e può causare shock anafilattico.

    Come curare e prevenire l’echinococcosi

    Contro l’echinococcosi la soluzione è relativamente semplice: bisogna trattare i nostri amici cani con i corretti antiparassitari contro i parassiti interni, ad azione vermifuga. In questo modo elimineremo la possibilità che il cane si infesti e di conseguenza contamini l’ambiente, la frutta, la verdura e gli ortaggi.  Si ridurranno così gli incidenti dovuti alla convivenza col nostro animale domestico.

    Tra le azioni preventive per l’uomo, è importante lavarsi sempre accuratamente le mani e assumere cibi (frutta, verdure o ortaggi) puliti e disinfettati.

    Echinococcosi e viaggi all’estero: cosa fare?

    Ora avrete sicuramente più chiara l’importanza di un’adeguata prevenzione e le motivazioni per le quali alcuni Paesi esteri richiedono un trattamento obbligatorio per accettarvi (voi ed il vostro cucciolo) nel loro territorio. Nello specifico, il Regolamento UE 2018/772 stabilisce che per i viaggi verso la Finlandia, il Regno Unito, l’Irlanda, Malta e la Norvegia è necessario un trattamento vermifugo dei cani, proprio contro l’echinococcosi.

    Rivolgetevi al vostro veterinario per programmare alcuni trattamenti antiparassitari efficaci e ricordatevi di prendervi cura di voi, del vostro cane e anche degli altri, raccogliendo sempre le feci dei vostri amici a quattro zampe.

    Buone vacanze a tutti e buon viaggio per i fortunati che partiranno per una vacanza a 6 zampe!


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